Smart TV, nuova ondata di canali pirata: sfruttata la tecnologia HbbTV per eludere le regole
Da qualche mese molte smart TV italiane stanno mostrando segnali insoliti: canali non autorizzati compaiono all’improvviso tra le numerazioni meno frequentate del telecomando. Si tratta di emittenti pirata che trasmettono via Internet, eludendo le normali procedure previste per i canali televisivi tradizionali.
Il trucco sfrutta le caratteristiche di HbbTV (Hybrid Broadcast Broadband TV), uno standard europeo nato per unire il digitale terrestre con i contenuti streaming. Attraverso questa tecnologia, le smart TV connesse alla rete possono accedere a flussi video anche in assenza di un segnale broadcast tradizionale. E qui sta la falla: chiunque, anche senza licenza o autorizzazione, può inserirsi in canali numerici liberi (i cosiddetti LCN) e proporre i propri contenuti, spesso pubblicitari o di bassa qualità.
A differenza delle emittenti ufficiali, questi operatori non partecipano a bandi, non versano contributi allo Stato e non rispettano i vincoli editoriali stabiliti dalle norme vigenti. Nonostante siano relegati a posizioni marginali nella numerazione, riescono comunque a intercettare una quota significativa di pubblico, generando entrate pubblicitarie e alimentando un mercato parallelo.
L’allarme è arrivato anche agli occhi dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AgCom), che però ha scelto la linea della cautela. Nessun oscuramento immediato: l’obiettivo è scrivere nuove linee guida in sintonia con il Regolamento europeo 295/2023 sui servizi audiovisivi online. In parallelo, è stata avviata una consultazione pubblica per definire criteri chiari e regole d’accesso, cercando di evitare un Far West digitale che minacci il pluralismo e il corretto funzionamento del mercato televisivo.
Il problema, tuttavia, non nasce oggi. Già nel 2014, un’inchiesta di Forbes segnalava come HbbTV potesse essere manipolato per lanciare attacchi Man-in-the-Middle, capaci di rubare dati sensibili o iniettare codice dannoso senza che l’utente se ne accorgesse. Nel 2017, il ricercatore Rafael Scheel mostrò in laboratorio che, con un semplice trasmettitore DVB-T da 150 dollari, era possibile prendere il controllo di una smart TV, arrivando persino a compromettere l’intera rete Wi-Fi domestica.
Nel vuoto normativo attuale, HbbTV continua a essere una porta aperta: una soluzione innovativa trasformata in scorciatoia per chi vuole aggirare le regole e occupare spazi senza controllo.