Weekly AI: Nvidia, Trump, Grok e il caos delle big tech tra sicurezza, business e cultura

Weekly AI: tra geopolitica, sicurezza, cultura pop e la corsa all’AI etica

L’intelligenza artificiale non è più solo tecnologia: è diplomazia, sicurezza, economia e cultura. In una sola settimana, tra manovre strategiche, colpi di scena e innovazioni estreme, l’AI ridisegna gli equilibri mondiali. Dall’Asia agli Stati Uniti, passando per l’Europa, si muovono leader aziendali, governi e startup in una scacchiera globale senza pause.

Nvidia tra Cina e Trump: AI come strumento geopolitico

Questa settimana a spostare gli equilibri è Jensen Huang, CEO di Nvidia, che si muove come un ambasciatore atipico dell’AI: prima incontra Donald Trump, poi vola in Cina all’Expo della Supply Chain per rilasciare messaggi di distensione commerciale. Nonostante le tensioni tra Pechino e Washington, gli Stati Uniti allentano le restrizioni sul chip H20, ma è solo una tregua apparente: Trump blocca un accordo da 4,5 miliardi con gli Emirati Arabi per timore di triangolazioni con la Cina.

Nel frattempo, i contratti tra Alphabet, xAI e il Pentagono alimentano un esercito di algoritmi militari, mentre l’AI viene vista come arma strategica da 70 miliardi di dollari. Il futuro del mondo passa attraverso i chip e gli LLM.

OpenAI, Meta e le nuove guerre industriali

Il panorama commerciale è infuocato. OpenAI posticipa il lancio del suo primo modello open source, mentre perde talenti chiave attratti da Meta, in un vero e proprio conflitto di trincea tra colossi. L’azienda di Sam Altman prova a reagire con nuove mosse: un sistema di pagamento integrato in ChatGPT e soprattutto il debutto di ChatGPT agentico, nuovo step dell’AI autonoma.

Mark Zuckerberg risponde accelerando: acquista la startup Play AI, piazza i data center sotto tende per velocizzare le operazioni e progetta un’intera città di server, cuore energetico del suo rilancio globale. Intanto patteggia per Cambridge Analytica, ma rilancia investendo 14 miliardi in Scale AI, che però annuncia il licenziamento del 14% del personale. Anche Indeed e Glassdoor tagliano 1300 posti a causa della trasformazione imposta dall’AI.

Sicurezza e regolazione: accuse, fondi e rischi ignorati

Il fronte della sicurezza AI si frammenta. Ricercatori da OpenAI, Anthropic e altri accusano xAI di aver lanciato Grok 4 senza trasparenza né report tecnico. Ma Elon Musk ignora le polemiche e tramite SpaceX investe altri 2 miliardi in xAI. Intanto, un report del Future of Life Institute critica tutte le aziende AI per aver sottovalutato i rischi dell’AGI, senza esclusioni.

Nel frattempo, Thinking Machines Lab, startup guidata da Mira Murati, raggiunge una valutazione record di 12 miliardi di dollari, pur senza prodotti concreti. Il futuro dell’AI si gioca tra scalate silenziose e fondi giganteschi.

L’Europa si muove, la Turchia blocca Grok

In Europa, la risposta si rafforza: la Germania punta a far derivare il 10% del PIL dall’AI entro il 2030, con Oracle che investe 3 miliardi in data center in Germania e Paesi Bassi. In Francia, Mistral AI potenzia Le Chat, sfidando i giganti americani. Ma vicino alle zone di tensione, l’AI tocca anche la politica: in Turchia, Grok viene bloccato per presunti insulti a Erdogan.

Identità, cultura e AI afterlife: il futuro umano è già qui

L’intelligenza artificiale si infiltra anche nei nostri rapporti personali e sociali. Cresce il numero di minori che si confidano con chatbot, colmando vuoti affettivi con intelligenze simulate. Allo stesso tempo, la terapia AI solleva dubbi etici, mentre si fa strada la distopica frontiera dell’afterlife digitale, dove i dati rianimano voci e personalità scomparse.

Anche la cultura pop è investita dal cambiamento. Il fenomeno dell’artificial pop conquista lo streaming, Netflix integra AI nelle produzioni, e gli artisti virtuali affollano le piattaforme. Lo sport si prepara a una rivoluzione da 60 miliardi entro il 2034, mentre emergono nuovi rischi sui dati creativi, come dimostra il caso WeTransfer.

In questo scenario, crescono le aziende che scelgono un’altra via: Moonvalley, ad esempio, crea video AI di altissima qualità senza rubare dati, usando solo materiali open source. Un segnale forte in una settimana dominata da potere, velocità e competizione.

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